Cantine Aperte: Peccaminosa Mente
Sabato 28 e Domenica 29 Maggio 2022 Tenuta la Pineta presenta Cantine Aperte Peccaminosa Mente. Torna l’appuntamento più importante dell’anno nel calendario del Movimento Turismo del Vino! Questa volta il tema scelto è il “peccato naturale”. Di seguito il programma completo dell’evento e un testo introduttivo all’esposizione artistica “Peccaminosa Mente” di Alessandro Bernardini che accompagnerà tutta la due giorni.
Programma Cantine Aperte 2022
Sabato 28 🍷
Ore 15:00
Apertura cantina, visite e degustazioni
Ore 16:30 🎨
Percorso di vino e arte con Alessandro Bernardini
Domenica 29 🍷
Ore 10:00
Apertura cantina
Ore 13:00 🍇 🥩
Grigliata in vigna, con David Butcher e Fabrizio Ferruzzi. Presto il menù dettagliato. In alternativa, menù vegetariano disponibile
Ore 17:00 🖼 Performance artistica di AB
Info e prenotazioni Cantine Aperte “Peccaminosa Mente”
📞 Telefono: 0575 477716
📱 Whatsapp: 3348591381
📧 Email: info@tenutalapineta.it
Peccaminosa Mente, Introduzione
Il peccato rappresenta una costante dell’esistenza umana, al punto da apparire a molti come un male necessario e ineluttabile. Proprio dell’errare e della lotta con le tentazioni ci parla Peccaminosa Mente, l’ultimo progetto di Alessandro Bernardini, che si inserisce in un’edizione di Cantine Aperte incentrata sul “peccato naturale”.
L’artista coglie il tema del peccato interpretandolo con una serie di sagome e busti che ricordano le masse dei dannati nell’inferno dantesco. Ciascuno di questi individui è rappresentato in maniera diversa, proprio come se fosse un soggetto unico e irripetibile, caratterizzato dai propri vizi specifici. C’è chi ha un peso sullo stomaco, chi si costruisce un instabile equilibrio di mattoni e mattoncini colorati, chi svuota del tutto la sua mente e chi si ricopre di terra per espiare le proprie colpe ricongiungendosi eremiticamente alla natura.
Poco distante, l’artista rappresenta anche coloro che sono ancora del tutto preda di un peccato che li imprigiona in maniera distopica. Un’altra massa di manichini, infatti, viene incarcerata all’interno di una severa gabbia metallica, che ci ricorda quanto – nel pensiero di Bernardini – siano importanti la libertà individuale, gli spazi di ognuno di noi e l’indipendenza della persona. Il mucchio dei peccatori in cerca di salvezza è dunque un’affannosa metafora che coglie la condizione incerta, claustrofobica e spesso immorale dell’uomo contemporaneo.
D’altra parte, come tipico di tutta la sua produzione, l’artista non manca di ricordarci che ogni trappola porta necessariamente con sé la propria via di fuga. Ogni catena contiene immancabilmente il proprio anello debole. Ogni serratura corrisponde ineludibilmente alla propria chiave. Ed ecco allora che i manichini ci rimandano anche alla guida salvifica di una posizione nel territorio, alla viva stabilità materica del cemento, alla creatività della mente umana e persino a un solenne raccoglimento di gruppo che unisce una figura all’altra nella ricerca comune di un domani migliore.
GS